Residui, residui, residui…

I pezzi di legno che ho accumulato nel tempo ho deciso di finalizzarli a uno scopo progettuale-creativo, utilitaristico-funzionale, in chiave di design, ovvero che non fosse quello infausto di bruciarli in un camino. Si tratta di residui raccolti visitando falegnamerie; si tratta di residui di avanzi di lavorazioni effettuate in proprio; si tratta di frammenti di potatura raccolti passeggiando nel parco; si tratta di frammenti raccolti in ogni dove in quanto degni di interesse per il disegno anatomico e per la forma complessiva.

Memore della spontanea e pregevole manifattura di sgabelli pre-contemporanei, specialmente di origine rurale, con particolare riferimento a quelli di sughero in Sardegna, ho pensato che questa fosse la strada giusta cui ispirarsi per dare nuova vita all’ammasso confuso ed eterogeneo che ha finito per saturare l’ambiente dove studio (vedere al riguardo “Sughero e design” al link: https://www.feliceragazzo.it/ultime-notizie/sughero-e-design/). Pertanto, anziché procedere riducendo tutto in cenere, con la conseguenza di riportare nell’aria la frazione di carbonio raccolta durante la crescita degli alberi di provenienza, sto procedendo a dare nuovo ordine con la realizzazione di un elementare componente d’arredo. Un nuovo ordine che si fonda su due concetti in apparenza antitetici: la costanza di un sedile e di un piede (qualora sussista) per quanto riguarda il profilo di forma; l’eterogeneità o la casualità assemblativa della catasta che funge da supporto, ma concretamente unificati dal non detto di custodire il più a lungo possibile il carbonio nei pezzi lignei. La sorpresa è che nemmeno in questo modo si finisce per conseguire la nettezza assoluta. Ulteriori residui scaturiscono ugualmente e allora necessita che anche questi ulteriori trovino la loro giusta collocazione. Tant’è che l’operazione potrebbe riconoscersi nel nome di “Residui, residui, residui…” e ciò, a suo modo, a dimostrazione del fatto che l’assoluto è sempre qualcosa di intangibile.

Al momento la linea è determinata in ordine alla Classe Sinus. Presto, sempre all’interno di questa Classe, saranno mostrate varianti che spazieranno nei più disparati meandri dell’immaginazione.

I due sgabelli sono visitabili nel particolare spazio espositivo allestito presso Alca Legnami in Via di Portonaccio 111, Roma.

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