SUPERSUBER 017

Tipologia sgabelli con pezzi di sughero
Anno di realizzazione agosto-dicembre 2017
Tecnica tecniche di taglio manuali; montaggio a chiodi di legno e colla

Col sughero, il tegumento che raggiunge dimensioni inusuali nel legno di quercia sughera (Quercus suber L.), i pastori in Sardegna fanno anche sgabelli. Se ne vedono di bellissimi. Le tecniche applicate sono elementari: il taglio di un coltello per formare i pezzi; un chiodo di arbusto (sempre fatto a coltello) per unirli; ancora un coltello per modellare e rifinire in fase di post-montaggio. Eppure le fantasie sprigionate sono infinite, il tutto a base di: sovrapposizioni; allineamenti; incroci; simmetrie; rotazioni… Se si studiassero meglio da questo punto di vista questi oggetti fatti in Sardegna (come peraltro i comignoli a Matera), apparirebbero meno astrusi e irraggiungibili i Gruppi di Trasformazione che i pastori praticano con intuito (come gli scalpellini di Matera), ma non sono tenuti a conoscere in modo formale.

Il materiale oggi è sinonimo di eccedenza. Le applicazioni in campo industriale sono per lo più fondate sulla riduzione in particelle per essere integrate con opportune resine a fini di stampaggio. Anche il design si è occupato di questo per cui circolano prodotti più o meno cult.

Andare in Sardegna sapendo del sughero – col retaggio del design – significa trovarsi di fronte ad un bivio: o competere nello stereotipo del prodotto composito; o competere con se stessi intorno all’essenza primaria del materiale. Nell’idea di concepire per esso minime o lievi trasformazioni. Beninteso, si può fare buon design in tutte e due i modi. Soltanto che: nel primo caso la strada, pur sempre difficile, è comunque spianata; nel secondo, invece, è tutta da inventare. La difficoltà maggiore è data dal fatto che non appare evidente il retroterra massivo di un sistema produttivo a Capital Intensive. Eppure il sistema a Capital Intensive ci sarebbe tutto. Le lastre di sughero si potrebbero geometrizzare con modellazioni 3D tramite rilievi a mezzo scansione-laser. Sulla base di ciò si potrebbero fare accurati progetti (sempre in chiave di modellazioni 3D), il quali presupporrebbero adeguati nesting (sempre 3D), lastra per lastra, dei pezzi destinati a comporre gli oggetti progettati. La separazione dei pezzi si potrebbe fare tramite CNC funzionanti a raggio laser. I chiodi sarebbero sempre di legno e questo per la stereotomia lignea computerizzata attuale non è assolutamente un problema.

Con queste idee in testa, ho voluto fare un esperimento. Ho raccolto del sughero. Ho raccolto i miei vecchi attrezzi per il legno. Ho girato per le lande desolate dell’intorno del paese che tutti gli anni mi ospita, ovvero Bitti. Mi sono recato in un ovile casualmente fornito. Ho selezionato e scelto alcune lastre. Mi sono fatto un’idea del momento sul da farsi. In situ ho misurato, tagliato, inchiodato. Tutto con un metro, un segaccio, un’accetta (piccola), un coltello e, poi, le mie mani. I laser e i CNC verranno poi. Per ora può già bastare la simulazione dell’idea.

Gli sgabelli pronti al momento sono sette. Diversi altri sono sospesi. Il servizio ha, per il momento, carattere provvisorio. Il progetto comunque continua. In futuro saranno esplicitati altri contributi specialistici.

Per vedere i primi risultati vai al Super Suber 017 _03

Su Il Legno 347 – Febbraio 2018 – trovi anche: https://issuu.com/web-and-magazine/docs/347_illegno pagine 32-37

Felice Ragazzo